giovedì 20 febbraio 2025

Wojtinga: la parodia “scorretta” di Mazinga su “Il Male”

A cavallo degli anni Settanta e Ottanta la televisione italiana è stata letteralmente invasa da decine di serie animate giapponesi.

Questo fatto ha generato non solo numerose proteste e dure prese di posizioni da parte di diversi settori della società, ma ha dato vita anche a delle divertenti (e talvolta “scorrette”) parodie che hanno comunque il pregio di dimostrare come alcune serie giapponesi siano diventate così famose al punto da diventare oggetto di satira.


Questo vale soprattutto per le tre serie più famose, ossia Goldrake, Capitan Harlock e Mazinga.

Le parodie delle prime due sono abbastanza note tra gli appassionati, mentre c’è una parodia di Mazinga che è sconosciuta ai più e che ho pensato di andare a recuperare in originale.

Di Goldrake esiste una parodia di tipo “erotico” dal significativo nome di Kazonga. Si tratta di un fumetto pubblicato dalla Edifumetto di Renzo Barbieri (lo stesso autore del fumetto per adulti Goldrake o Goldrake Playboy, ma questa è un’altra storia che prima o poi proverò a raccontare) come supplemento a un fumetto umoristico sempre per adulti che magari in pochi ricordano, ma che il gruppo musicale Elio e le Storie Tese ha citato in una sua celebre canzone ("Supergiovane", dall’album del 1992 Italyan, Rum Casusu Çikti) con la strofa:

Mentre i giovani limonano felici esaminando, 

giornali tipo Lando

che ritornano alla luce dopo un'era di arbitrario oscuramento

ossia appunto Lando (nello specifico "Superlando" n. 23 dell’aprile 1980, che esce in edicola con perfetto tempismo proprio durante la Crociata di Imola contro i cartoni animati giapponesi).

Riporto qui di seguito una copertina a caso che dà subito l’idea di che tipo di fumetto si tratti 😊.

La storia di Kazonga fa il verso a quella di Goldrake dove l’Onga del nome altri non è che il nostro Actarus/Duke Fleed. La prima parte parte… del titolo invece fa riferimento, si è capito, a quella che è l’arma più potente del robot pilotato da Onga, un enorme fallo che con ogni probabilità vuole fare il verso all’Alabarda Spaziale...

Per ulteriori informazioni vi rimando a questo divertente post dell’antro del Dottor Manahattan.

La parodia di Capitan Harlock si chiama invece Capitan Sherlock il cui primo numero arriva in edicola nella Collana Telefumetto della Epierre (edizioni Periodiche per Ragazzi) ad aprile del 1979, un anno esatto prima di Kazonga e in contemporanea alla trasmissione di Capitan Harlock su Rete Due. Un caso?



Il protagonista è un corsaro dello spazio che nelle sue avventure deve confrontarsi con una temibile nemica. No, non si tratta di Raflesia, la regina delle Mazoniane, ma di Nefera, un’altra regina proveniente dal pianeta Algor che attacca la Terra con i suoi dischi volanti.

Per tutti gli approfondimenti vi rimando al blog Imago Recensio a questo link.

Come dicevo in apertura, però, c’è anche una parodia di Mazinga poco nota apparsa sulle pagine della rivista satirica “Il Male” il 9 marzo del 1981.

“Il Male” rappresenta un unicum nella storia dell’editoria italiana. È stato definito un giornale “iconoclasta”, sicuramente e radicalmente di sinistra ma, allo stesso tempo, lontano dalle posizioni del PCI. Il suo stile era volutamente provocatorio e irriverente. 

Diretto nel 1981dal fumettista regista e animatore Pino Zac, “Il Male” si distingue per la proposta di una falsa prima pagina che faceva il verso a quella dei quotidiani nazionali più importanti, riportando notizie non vere che non mancano di causare discussioni e polemiche. Indimenticabile, per esempio, quella de “La Stampa" con il titolo “Tognazzi capo delle Brigate Rosse” e la foto dell'attore ammanettato.

Questa rivista decisamente sopra le righe è stata all’epoca il banco di prova di alcuni dei disegnatori più grandi di quegli anni come Andrea Pazienza, Roland Topor, Tanino Liberatore, nonché una tribuna che ospitava articoli scandalosi su argomenti tabù come il terrorismo e i rapporti tra mafia e politica.

In particolare nel numero 3 del 9 marzo 1981 in prima puntata troviamo un’irriverente parodia di Papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojjtyla, che si trasforma nel robot Wojtinga pronto ad affrontare il robot nemico Brezninga che ricorda nelle sue fattezze il presidente dell’URSS Leonid Breznev. 

Il compito di Wojtinga? Difendere il segreto dell’infallibilità papale dagli alieni di Vega che vogliono rapire Padre Zeno, un sacerdote dalle fattezze del professor Juzo Kabuto. A dare l’allarme per l’arrivo di Brezninga ritroviamo invece nientemeno che Shiro.

La battaglia, manco a dirlo, vede la vittoria di Wojtinga che non esita a utilizzare le sue armi più potenti: le sopracciglia fotoniche, il bastone papale e le chiavi di San Pietro contro nulla possono le armi di Brezninga come l’ordine di Lenin!

Ecco la vignetta in tutta la sua caustica ironia, testimonianza di un’epoca unica e irripetibile della storia dell’editoria italiana.



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