Tutti gli ostacoli sono stati così superati e Canestrier può dunque tirare un sospiro di sollievo. Non è stato facile convincere la dirigenza di Antenne 2 che, oltre ai problemi contingenti, guardava con un occhio molto critico questo cartone animato giapponese di qualità non certo eccelsa, che utilizza soltanto sei o sette immagini al secondo contro le venti o ventiquattro di un prodotto realizzato da Walt Disney con il risultato che i personaggi si accontentano più che altro di aprire la bocca e muovere gli occhi. Ma, come giustamente sottolinea il produttore, per i bambini un disegno statico è più che sufficiente se animato al momento opportuno. Se la costruzione drammatica funziona bene il bambino potrà fare ricorso alla sua immaginazione per ricreare il movimento. Il bambino, dunque, da semplice spettatore si trasforma in autore perché compie uno sforzo immaginativo per inventare la dinamica dell'azione riuscendo, allo stesso tempo, a cogliere facilmente il codice linguistico di questo tipo di animazione che tanto si discosta da quello tradizionale amata dai suoi genitori. Inoltre la questione del prezzo d'acquisto aveva non poco aiutato le trattative. Goldorak, infatti, costava solo 10.000 franchi al minuto contro i 40.000 di un cartone animato giapponese. Un bel risparmio, dunque, per la rete televisiva.
Goldorak fa il suo esordio nel programma Récré A2 |
Finalmente tutto è pronto per la messa in onda, programmata dalla Joubert a partire dal 3 luglio 1978, nell'ordine di due puntate a settimana (lunedì e giovedì) alle ore 18.00 . Il cartone animato, però, non viene trasmesso a sé stante, bensì inserito all'interno del programma Récré A2 condotto all'epoca dalla giovane Dorothée che proprio grazie a questa trasmissione (da lei condotta fino al 1988) diverrà uno dei personaggi più amati e conosciuti della TV francese. Récré A2 è una sorta di programma "contenitore" per la Jeunesse ideato da Jacqueline Joubert in cui trovano spazio non solo cartoni animati, ma anche brevi divertenti film, reportage, canzoni, rubriche educative, teatro, geografia e altri momenti in studio uniti dal motto "Apprendre en s'amusant". Si trattava inzialmente di una trasmissione prevista solo per quell'estate, ma il successo ottenuto anche grazie a Goldorak la fa diventare un appuntamento fisso di Antenne 2 per ben dieci anni.
Dorothée |
Nei piani di Antenne 2 la trasmissione di Goldorak nel periodo estivo sarebbe dovuta passare inosservata se non che, malgrado le previsioni dei meteorologo Albert Simon, il luglio del 1978 si rivela essere il mese più piovoso dell'anno, i bambini passano molto tempo in casa davanti alla televisione e Goldorak diventa improvvisamente il loro "sole" riscuotendo un successo senza precedenti. Lo stesso Canestrier ricorda di aver sentito i bambini che ne parlavano sulle spiagge. Le dimensioni del successo, però, vengo colte appieno solo dopo l'estate quando i responsabili di Antenne 2 fanno ritorno nei loro uffici dove trovano montagne di lettere indirizzate a Goldorak. Ma già da agosto era chiaro a tutti che Goldorak aveva fatto centro:
“Dès le mois d'août [...] nou avons su, pal le courrier, que Goldorak allait faire un tabac.”
A questo punto anche la Joubert deve riconoscere il suo errore e inchinarsi di fronte al successo di Goldorak sul quale cambia improvvisamente idea ritrovando nel robot giapponese tutto lo charme di James Bond, la grazie di Arsenio Lupin, il genio di Jules Verne e quel non so cosa che ne ha fatto un eroe per milioni di bambini. Per questo decide che il cartone animato deve continuare e programma subito altri 26 episodi che vanno ad aggiungersi a quelli già acquistati in prima battuta per un totale di 52:
“Je n'aimais pas, j'étais contre mais je m'inclìne devant le succès. On continue la diffusion.”
La responsabile della Jeunesse è esterrefatta dalla mole di lettere ricevute che sono rivolte direttamente a Goldorak, quasi questi fosse una persona reale:
“Ils écrivent au personnage [...]. Ils l'humanisent. Ce n'est pas la violence qui les intéresse.”
È solo l'inizio di una vera e propria cavalcata trionfale che sconvolgerà la Francia nei mesi a seguire. Ad Antenne 2 arrivano ogni giorno duemila lettere, la maggior parte delle quali scritte da bambini e il 99,9 % di tutta la corrispondenza ricevuta dall'emittente finisce ben presto per riguardare Goldorak. Curiosamente non sono solo i bambini a scrivere al loro eroe, ma anche gli adulti, soprattutto gli insegnanti che a scuola si trovano ad affrontare con i loro alunni questa nuova e dirompente passione. Come il caso di una maestra di Bezons i cui alunni sono affascinati dalla ricerca del fantastico e da tutto quello che riguarda il futuro e apprezzano un robot che combatte a servizio del bene. Per questo ha deciso di costruire in classe un robot a grandezza naturale per giocare insieme con tutti i bambini che paiono colpiti dalla stessa malattia, la "Goldorakite":
“Mes élèves, comme beaucoup d'autres de cet âge, recherchent le fantastique et sont attirés per le choses du futur, d'ou leur passion pour Goldorak dont l'image de héros au service du bien est très appréciée. J'ai donc décidé de construire un robot grandeur nature. Ainsi, nos pourrons jouer avec, dans la classe.”
Pascal Auriat |
Nonostante il successo, o forse proprio a causa di esso, però, la direzione della rete decide di sostituire le sigle di Enrique (che restano comunque presenti all'interno dei primi 15 episodi), probabilmente in conseguenza delle polemiche che avevano preceduto la messa in onda del cartone animato e che non si vuole correre il rischio di rinfocolare. La composizione della nuova sigla (che fa sia da Opening che da Ending) viene affidata a Pascal Auriat che predilige sonorità più dolci e un ritmo più disteso (le basi originali giapponesi vengono dunque completamente abbandonate), mentre il testo viene scritto ancora una volta da Pierre Delanoë che questa volta presta particolare attenzione a utilizzare parole politicamente corrette e prive di sfumature che possano essere interpretate in maniera negativa. Il titolo del nuovo brano è Goldorak le Grand che viene interpretato dal cantante israeliano Noam . Il 45 giri, pubblicato alla fine del 1978, scala immediatamente le classifiche fino a diventare Disco d'Oro affermandosi come la sigla per antonomasia di Goldorak in Francia.
Il successo di Goldorak è incredibile tant'è che anche i grandi quotidiani francesi come Libération e Paris Match dedicano ampio spazio a questo "formidable robot des temps nouveaux" che finisce in copertina al posto di uomini politici o star del mondo dello spettacolo. È la "folie Goldorak" che si scatena come un uragano inarrestabile:
Il 45 giri con la sigla interpretata da Noam |
“Dal primo mese tutti i bambini e gli adolescenti francesi riconobbero in lui il nuovo Messia Protettore. Dal secondo mese, tutti gli eroi che avevano fatto sognare le quattro generazioni precedenti caddero nel dimenticatoio. Dal terzo mese, l'indice d'ascolto della rete televisiva rivale, in quella fascia oraria, precipitò allo 0%. Dal quarto mese, i genitori ebbero l'impressione di essere scomparsi dalla sfera affettiva dei loro bambini. Dal quinto mese (per fare buon viso a cattiva sorte) i genitori cominciarono ad affannarsi per comprare la riproduzione di Goldorak... Al punto che, venticinque giorni prima delle feste natalizie, i negozi furono al limite delle loro scorte. Ci si iscriveva nelle liste d'attesa e, se si avevano dei contatti, si tentava di cercarlo al mercato nero. Una cosa inaudita! La signora Coquelin, responsabile della vendita dei diritti di sfruttamento commerciale di Antenne 2, non ha mai visto niente di simile in quindici anni di lavoro: dall'inizio del mese di dicembre 400.000 dischi, 150.000 poster, 300.000 copie del periodico a fumetti, delle caramelle, delle liquirizie, delle sedie a sdraio, dei bicchieri, delle maschere, dei puzzle, dei vestiti... ogni cosa in cui è raffigurato Goldorak va a ruba. Quanto al gioco rappresentante il «Dio»... una follia. La società Mattel che lo fabbrica è stata sommersa di richieste... In alcuni grandi magazzini si assumono dei commessi unicamente destinati rispondere: «Per Goldorak, bisogna attendere». [...] Una follia, vi dico, un uragano, un tifone.”
Paris Match n. 1547 del 19 gennaio 1979 |
Interessantissimo!
RispondiEliminaMi permetto qualche domanda interessata:
Quando esce il saggio?
Per quale casa editrice?
Verrà venduto nel circuito di librerie tipo Feltrinelli?
Grazie ^_^
Ho scoperto questo blog cercando conferme ad un mio post su un cartonato di Goldrake, alla fine ci avevo abbastanza azzeccatro, a quanto pare ^_^
Ciao Stengo
RispondiEliminaQuando esce il saggio? Bella domanda. Direi quando lo finirò. Il fatto è che non scrivo saggi di mestiere quindi mi ci posso dedicare solo quando lavoro e famiglia lo consentono. Sono però proprio all'ultimo capitolo quindi dovrei riuscire a completarlo con l'inizio del nuovo anno. Finora ho scritto 340 pagine. Credo che arriverò a 400. C'è l'interesse da parte di una casa editrice che mi ha già pubblicato un saggio sui karakuri ma ovviamente bisogna valutare tutto il lavoro appena completato. Non parlo solo di Goldrake, ma anche di tutti i robot giapponesi antecedenti, da Tanku Tankuro a Astroboy, da Eight Man a Tetsujin 28, fino a passare in rassegna molti film e telefilm dal vivo (Megaloman e soci). Il tutto, spero, riuscendo a tenere separati due livelli: una lettura piacevole e scorrevole e un grosso approfondimento critico nelle note e nella rcchissima bibliografia
Avevo trovato interesante il tuo scritto in Manga Academica volume 3, spero che il libro esca presto, non vedo l'ora di leggerlo.
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