Nel corso
delle ricerche effettuate per la stesura dei miei libri ho avuto modo di conoscere e intervistare molte
persone che hanno voluto condividere una serie di interessanti informazioni e
memorie riguardanti il ruolo da loro svolto a cavallo degli anni Settanta e Ottanta
che interessano direttamente o indirettamente gli argomenti trattati nei miei
libri su Goldrake e i robot precedenti, nonché quelli attualmente in lavorazione.
Ho
pensato dunque di pubblicare la trascrizione di alcune di queste interviste che
risultano molto interessanti per chi è appassionato di animazione e non solo.
Roma 04.05.2018
Che ruolo ha avuto nell’importazione/distribuzione
dei primi cartoni animati giapponesi in Italia alla fine degli anni Settanta?
Goldrake fu uno dei primi e fu trasmesso
direttamente dalla Rai. Non penso dunque che ci fossero stati intermediari o broker che lo avessero portato in Italia
per poi venderlo alla Rai. (NdA come spiegato nel libro C’era una volta Goldrake).
Subito dopo
Goldrake ci fu Jeeg
Robot che arrivò sulle private perché fu comprato da un mio amico e
collega, Vittorio Balini, scomparso purtroppo diversi anni fa. Tra di noi
avevamo fatto anche un accordo di non belligeranza per non farci concorrenza.
Io all’epoca
mi ero concentrato molto di più su serie televisive americane e avevo comprato Sulle strade
della California, Beverly
Hillibillies, Gunsmoke. I cartoni
animati erano stati un po’ un lavoro con la mano sinistra.
La cosa
che mi interessava molto era che avevo lavorato insieme a un giapponese di nome
(Kenichi) Tominaga che lavorava con (Orlando) Corradi alla Doro TV il quale
mi aveva suggerito Daitarn 3.
Io avevo visto un promo di Daitarn 3,
non mi ricordo se a Cannes (NdA al MIP, la
mostra mercato in cui venivano mostrati, venduti e acquistati film, telefilm e
serie animate) o da qualche altra parte e mi era piaciuto molto. All’epoca c’era
poi l’invasione di questi prodotti giapponesi. Decisi poi di far realizzare la
sigla, cosa che a quei tempi era un must,
a Detto Mariano del
clan Celentano.
Come si chiamava la società con cui allora si
occupò di Daitarn 3?
Si chiamava
Video Distributori Associati.
Oltra a Daitarn 3
acquistai anche Judo Boy e un’altra serie
animata con protagonista una ragazzina di cui non ricordo però il titolo (NdA dovrebbe trattarsi di Temple e Tam Tam, thanks to Danilo Oliva per la segnalazione) Contemporaneamente comprai anche la telenovela Anche i
ricchi piangono. Vinsi pure il Telegatto di TV Sorrisi e Canzoni per la prima volta con una syndication
e non con un broadcaster.
Con chi trattava per l’acquisizione di questi
programmi dal Giappone?
Probabilmente
avevo fatto tutto tramite Tominaga. Fu lui che mi indirizzò alla Toei e alle
sue concorrenti. Non ricordo poi se allora ci fosse un grosso broker a Hong Kong che faceva incetta di
questi cartoni animati e poi li rivendeva. Mi ricordo comunque che la
trattativa la feci al MIP di Cannes.
Lei si ricorda un certo Mushi (o Shino) Glam,
alias di Alessandro Bergonzelli della Cinestampa internazionale?
Non ho
mai lavorato direttamente con Bergonzelli ma probabilmente era uno di quelli
che ai tempi lavorava ancora coi Super 8 (i superottavi li chiamavamo). Allora non
si parlava ancora di cassetta ¾ di pollice. Io ho incominciato a lavorare con i
nastri da un pollice e le cassette da 3/4 di pollice. Tenga presente che la Distributori
Associati era stata fondata nel 1977 quindi stiamo parlando degli albori delle
TV private nate in seguito alla legge sulla liberalizzazione dell’etere. Io
vendevo appunto programmi, film, telefilm e cartoni animati a queste
televisioni private.
Bergonzelli
aveva realizzato dei film di montaggio (per Goldrake). Mi ricordo che ebbero un
sacco di guai, provarono a fermarli perché non avevano i diritti dei film.
Come funzionava per il doppiaggio delle serie
che aveva acquistato?
Sono sicuro
che li doppiavo io. Mi ricordo bene perché io avevo una società di doppiaggio
che si chiamava Video Due. La feci proprio in concomitanza con l’acquisto di telenovelas e serie televisive. Avevo un
grosso stabilmento a Roma con 6 sale, una sala mix, una sala di proiezione.
Per quanto riguarda i cartoni animati Silvio
Berlusconi con le sue televisioni agli inizi lavorava molto con Vittorio
Balini?
Berlusconi
lavorava molto con Vittorio Balini per il semplice motivo che Vittorio aveva
portato Dallas in
Italia. Essendo lui il proprietario di Dallas
era poi il proprietario di tutta un’altra serie di cose collegate che gli
facevano molto comodo. In quel momento si vendeva qualsiasi cosa. Bastava avere
qualcosa di decente e poi con tre telefonate si chiudeva la trattativa. È stato
un periodo meraviglioso. Il problema allora era solo quello di capire il
presente. Siccome, come dice Spinoza, il presente lo capisce soltanto il
divino, era molto difficile capire che quel momento non sarebbe durato a
oltranza, ma sarebbe finito. Sembrava proprio che qualsiasi cosa si toccasse
diventasse oro zecchino.
Si occupava anche del merchandinsg derivante
dalle serie animate che aveva acquisito?
Questo
no. Era uno degli accordi fatti con Tominaga. In cambio del fatto che lui mi
aveva introdotto all’acquisto di queste serie lui si occupava direttamente del
merchandising, non mi ricordo se con Giochi Preziosi. Per Daitarn 3 uscimmo a natale con i pupazzi e fu un grande successo.
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