In attesa della pubblicazione del mio libro C’era una volta Goldrake. La vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la TV italiana previsto per il prossimo aprile, ho pensato di utilizzare una parte del materiale non impiegato per questo libro realizzandone uno ex novo dedicato alla storia dei robot giapponesi dalle origini fino all'avvento di Goldrake. Una sorta di corposo antipasto in attesa della portata principale.
Sono dunque lieto di annunciare che è finalmente disponibile il mio libro C’era una volta… prima di Mazinga e Goldrake. Storia dei robot
giapponesi dalle origini agli anni Settanta, 192 pagine, Edizioni Youcanprint .
Ecco tutte le informazioni al riguardo:
Un viaggio nella storia e nella
cultura popolare giapponese che parte dai karakuri,
gli ingegnosi automi creati dagli artigiani in epoca Tokugawa (1603-1868) e che
arriva agli anni Settanta analizzando la ricca e caleidoscopica produzione
giapponese di manga e anime a tema robotico che ha preceduto
l’avvento dei più celebri Mazinga e Goldrake.
Il Giappone è stato, spesso e
volentieri, definito come il “Regno dei Robot” e, nell’immaginario collettivo,
il paese del Sol Levante è ormai diventato sinonimo di elettronica e
tecnologia.
Certamente alla creazione di
quest’immagine hanno contribuito i notevoli passi avanti compiuti in campo industriale
a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma è altrettanto vero che
il concetto stesso di robot sembra essere quasi consustanziale alla cultura
giapponese in quanto tale, affondando le sue radici nel passato stesso del
paese.
Se tra le luci sfavillanti di
Akihabara, il quartiere di Tōkyō noto per essere un vero e proprio supermercato
dell’elettronica, è possibile non solo trovare qualsiasi tipo di gadget
ultra tecnologico, tra cui anche robot giocattolo realizzati con grande cura
dei dettagli, è altrettanto vero che bastano pochi passi per imbattersi in
antichi templi, retaggio di un passato glorioso che convive, in maniera più o
meno armonica, con la modernità e i suoi nuovi riti.
Una dicotomia questa che si
ritrova, non a caso, anche nei fumetti e nei disegni animati dove gli elementi
della storia e della tradizione si sposano, in maniera quasi sempre del tutto
naturale, con la modernità e il futuro immaginato dalla fervida mente degli
autori di manga e anime.
Se
questo vale in generale, vale ancora di più in particolare per i fumetti e i
disegni animati aventi come protagonisti dei robot che risultano essere un vero
e proprio compendio tra passato, presente e futuro, avveniristici giganti di
acciaio che tradiscono, in maniera evidente, il retaggio di una cultura più antica
e pregna di simboli, con richiami neppure troppo velati alla tradizione
marziale:
Raccontare la
storia dei robot giapponesi significa intraprendere un lungo viaggio tra realtà
e fantasia che, dai primi automi creati da abili artigiani in epoca Tokugawa
(1603-1868), arriva alla più moderna produzione di manga, anime e
serie tv, in un florilegio di idee
e protagonisti che hanno segnato un’epoca e l’immaginario fantastico di più di
una generazione.
Da Tetsuwan Atom a Tetsujin 28,
da Eight Man ai Cyborg 009, da Astroganga
a Doraemon, la fantasia degli autori
giapponesi ha dato vita a una lunga serie di personaggi che hanno accompagnato
tutta la storia del Giappone moderno gettando le basi per una produzione che, a
partire dagli anni Settanta, ha subito un incremento esponenziale con la
creazione di numerose serie che hanno trovato nel mercato europeo il loro
Eldorado.
Prima dei più noti Mazinga, Goldrake e Jeeg, dunque,
ci sono molti altri robot, spesso famosi e talvolta sconosciuti, che hanno
conquistato il grande pubblico. Questa è la loro storia.
SOMMARIO
Introduzione
1. Gli antenati dei robot giapponesi
1.1. L’influenza cinese e i primi meccanismi a ingranaggi
1.2. Automi giapponesi tra magia e artigianato
1.3. Il primo incontro con l’Occidente
1.4. L’isolazionismo dell’epoca Tokugawa
1.5. Il karakuri:
significato e realizzazione tecnica
1.6. I diversi tipi di karakuri
1.7. Il secondo incontro con l’Occidente
1.8. Gli ultimi maestri del karakuri
2. Dall’epoca Meiji alla Seconda Guerra Mondiale: i primi
robot tra politica, intrattenimento e propaganda
2.1. L’influenza occidentale di Wirgman e Bigot
2.2. Da Marumaru
Chimbun a Tokyo Puck
2.3. Manga e
proletariato
2.4. I manga vanno
in guerra
2.5. Tanku Tankurō:
il primo robot trasformabile
2.6. Il Giappone e la Seconda Guerra
Mondiale: Il Guerriero della Scienza
2.7. Anche gli anime
vanno in guerra
2.8. Da jinzō ningen
a robotto: R.U.R. Rossum’s Universal
Robot
3. Tetsuwan Atom:
il robot ragazzino
3.1. La tragedia atomica di Hiroshima e Nagasaki
3.2. Osamu Tezuka: una nuova generazione di robot
3.3. Da Atom Taishi a Tetsuwan Atom
3.4. Nascita di una stella
3.5. Il difensore della pace
3.6. Problemi ontologici e pluralità di messaggi
3.7. Atom va in televisione
3.8. Un robot giapponese alla conquista dell’America
4. Il gigante di ferro
4.1 Tetsujin 28
4.2. Gigantor
4.3. Significati e metafore in filigrana
5. I robot dimenticati
5.1. Da Robot Santohei
a Muteki Gouriki
5.2. Eight Man,
l’affermarsi del concetto di cyborg
5.3. Big X e
l’ingegneria genetica
6. Gruppi di combattimento, cyborg, automi senzienti e pet
robot
6.1. Lo Studio Zero e Rainbow
Sentai Robin
6.2. Arrivano i Cyborg
009
6.3 Astroganga:
fusione tra umano e robotico
6.4 Doraemon: la
fantasia al potere
7. Cyborg e robot made in Tatsunoko
7.1. La casa del cavalluccio marino
7.2. La tristezza di Kyashan
il ragazzo androide
7.3. La sofferenza di Tekkaman
Bibliografia
Il libro è acquistabile qui (oppure mandatemi una mail tramite il blog o un messaggio privato su facebook)
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https://www.amazon.it/dp/8892633309/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1478245607&sr=8-1&keywords=massimo+nicora
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