Tutti gli ostacoli sono stati così superati e Canestrier può dunque tirare un sospiro di sollievo. Non è stato facile convincere la dirigenza di Antenne 2 che, oltre ai problemi contingenti, guardava con un occhio molto critico questo cartone animato giapponese di qualità non certo eccelsa, che utilizza soltanto sei o sette immagini al secondo contro le venti o ventiquattro di un prodotto realizzato da Walt Disney con il risultato che i personaggi si accontentano più che altro di aprire la bocca e muovere gli occhi. Ma, come giustamente sottolinea il produttore, per i bambini un disegno statico è più che sufficiente se animato al momento opportuno. Se la costruzione drammatica funziona bene il bambino potrà fare ricorso alla sua immaginazione per ricreare il movimento. Il bambino, dunque, da semplice spettatore si trasforma in autore perché compie uno sforzo immaginativo per inventare la dinamica dell'azione riuscendo, allo stesso tempo, a cogliere facilmente il codice linguistico di questo tipo di animazione che tanto si discosta da quello tradizionale amata dai suoi genitori. Inoltre la questione del prezzo d'acquisto aveva non poco aiutato le trattative. Goldorak, infatti, costava solo 10.000 franchi al minuto contro i 40.000 di un cartone animato giapponese. Un bel risparmio, dunque, per la rete televisiva.
Goldorak fa il suo esordio nel programma Récré A2 |